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Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Volontarie per l’inferno…

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Troppe persone impegnate nel portare aiuto in zone del mondo troppo pericolose con organizzazioni e Onlus fuori da ogni controllo. Gente che mossa dai più buoni sentimenti pensa di alleviare le pene di profughi e popolazioni abbattute da continue guerre e massacri senza fine. E che rischiano la vita per l’odio profondo che i fanatici musulmani nutrono per ogni occidentale. Anche per chi tende loro una mano e sacrifica la propria gioventù per curare i loro feriti, allestire campi profughi e distribuire medicinali. Il nostro stesso governo e la Farnesina dovrebbero vietare a chiunque di andare senza protezione militare in posti così terribili. Mi viene da dire che forse non vale la pena tendere la mano a chi appena può ti taglia la gola come un animale.
Immagini drammatiche, ma che danno un filo di speranza: un video pubblicato su YouTube mostra le due volontarie italiane, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria il 31 luglio scorso. Il video sarebbe stato girato il 17 dicembre. La Farnesina è al lavoro per verificare l’attendibilità del filmato. Ma il padre di una ragazza sembra confermare. «Abbiamo visto quelle immagini, le prime immagini di Vanessa e Greta da mesi, sembra stiano abbastanza bene anche se in una condizione difficile», dice Salvatore Marzullo, padre di Vanessa. E aggiunge: «Non ci sono molte parole da dire per ora, se non che siamo contenti di averle potute vedere e che stanno abbastanza bene».
23 SECONDI DI APPELLO VIDEO
«Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo», dice in inglese con un forte accento italiano e tenendo gli occhi bassi, la prima delle ragazze. «Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in estremo pericolo e potremmo essere uccise», prosegue con tono provato. «Il governo e i suoi mediatori sono responsabili delle nostre vite», conclude senza mai guardare la telecamera mentre l’altra giovane italiana la fissa per pochi secondi. Rispetto alle fotografie circolate sul web prima del rapimento, le ragazze appaiono molto dimagrite e dai tratti particolarmente tirati.
Come accennato, il video sembra autentico, anche se nulla lo conferma per il momento: le immagini mostrano le due ragazze con indosso una tunica nera lunga che copre loro il corpo e i capelli, ma lascia libero il volto. A parlare è una solo di loro, presumibilmente Greta Ramelli, mentre l’altra, Vanessa Marzullo, tiene in mano un cartello dove si legge la data di mercoledì 17 dicembre 2014. Ma anche in questo caso nulla conferma la veridicità della data, in mancanza di elementi esterni temporali come la presenza di un quotidiano.
Vanessa e Greta sono due ragazze così, tutto cuore e volontariato, generosità e ingenuità. Si erano conosciute durante alcuni convegni e manifestazioni di solidarietà per la Siria e avevano deciso di fondare una piccola Onlus, «Progetto Horryaty», per portare medicinali e conforto alle migliaia di disperati della guerra «dimenticata». Più riservata Vanessa Marzullo, nata a Potenza 22 anni fa ma residente con la famiglia da anni a Brembate, Bergamo; solare ed espansiva Greta Ramelli, di Besozzo, Varese. Amiche per la pelle, decise ad aiutare il prossimo. Perché a vent’anni è giusto essere idealisti e talvolta, certe imprudenze, come quella di trovarsi ad Aleppo senza avvisare nessun organismo ufficiale italiano, fanno parte di una vocazione. Oppure sono una scelta dissennata, penso a tutta la gente che le sapeva operare in quei luoghi di morte: genitori, amici, “colleghi”. Hanno certamente molte responsabilità e hanno dimostrato una intollerabile leggerezza. Non si lasciano andare in luoghi come quelli, delle ragazze, senza molta esperienza e sopratutto senza protezione. E adesso strappiamoci pure le vesti!